Indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, Governo al lavoro
Si avvicina per il settore dello spettacolo il raggiungimento di un obiettivo fondamentale: il riconoscimento della natura “discontinua” delle professioni creativo-interpretative, e dell’importanza del tempo che intercorre tra le varie performance come un momento anch’esso lavorativo, dedicato alla preparazione, allo studio, alla formazione.
Nei giorni scorsi i relatori della legge delega in materia di spettacolo, i senatori Nunzia Catalfo e Roberto Rampi hanno infatti accolto la proposta di inserire l’indennità di discontinuità tra gli emendamenti: un provvedimento che riconosce la discontinuità professionale senza essere equiparato ad un’indennità di disoccupazione, erogato a dipendenti e autonomi senza limiti di reddito, in quanto considerato a tutti gli effetti una retribuzione aggiuntiva.
Un passo avanti è stato fatto verso un risultato storico: ora il Governo ha nove mesi di tempo per elaborare una proposta concreta per questa indennità, fortemente voluta dalle realtà di rappresentanza del settore, tra cui il Coordinamento delle Associazioni di Musicisti e il Forum Arte e Spettacolo, che l’hanno inserita fin da subito nelle proposte di riforma presentate alle Istituzioni nel corso del 2020, e inclusa nei disegni di legge depositati da Francesco Verducci e Matteo Orfini, frutto dei dialogo tra le diverse voci del settore.
«La notizia che il percorso legislativo verso migliori tutele per i musicisti, come anche per i lavoratori dello spettacolo in generale, prosegue, e vi è impegno a portarlo a termine in questa legislatura, è certamente una notizia positiva – ha dichiarato Andrea Marco Ricci, Presidente del CAM – L’indennità di discontinuità è uno dei punti cardini della riforma che chiediamo a gran voce, insieme ad una cassa previdenziale unica, a incentivi e sgravi fiscali per chi fa lavorare in regola, a una semplificazione burocratica sostenuta da strumenti informatici adeguati. Continueremo a monitorare i lavori parlamentari continuando a interloquire, a vari livelli, con chi si sta spendendo per portare queste nostre istanze a compimento, non facendo mancare il nostro supporto critico propositivo. La riforma che vogliamo è un obiettivo che non possiamo mancare, per non ritornare a tutele pre-pandemiche».